Cultura

La Processione della Desolata, antica tradizione del Sabato Santo

Sabino Del Latte
Desolata
Un approfondimento storico su un evento religioso molto sentito a Canosa
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La Processione della Desolata è uno dei riti religiosi più importanti e significativi della Settimana Santa a Canosa di Puglia.

Preservata e tramandata nel tempo, la Processione della Desolata appartiene alle tradizioni più commoventi, sentite, partecipate e condivise dalla comunità locale, regionale e ormai si può tranquillamente affermare, in tutto il Sud Italia, come riportano recenti articoli stampa.

La Processione della Desolata è espressione di fede e devozione religiosa con una caratteristica principale: la celebrazione di un sentimento impareggiabile che intercorre fra una madre ed il proprio figlio.

Il simulacro della Vergine Desolata ha una storia molto rilevante e allo stesso tempo interessante. Infatti, le fonti storiche e popolari giunte fino ai giorni nostri sostengono che il “corteo funebre” del Sabato Santo in passato veniva organizzato e animato dalla Confraternita della Madonna del Rosario ma in seguito al bombardamento del 6 novembre 1943, che distrusse le Chiese di S. Francesco e S. Biagio, la statua della Desolata andò persa.

Dieci anni dopo, nel 1953, venne rifatta da alcuni artisti leccesi a cura di un benefattore Giuseppe D’Elia. Il simulacro è ispirato alla tela settecentesca del pittore Giuseppe De Musso di Giovinazzo che raffigura l’Addolorata tra San Filippo Neri e San Sabino, patrono di Canosa di Puglia. La statua è caratterizzata dalla Madonna con addosso l’abito scuro e tra le mani un fazzoletto bianco, una croce e una corona di spine.

È seduta vicino alla Croce, quella stessa che le ha portato via il figlio, rinchiuso in un sepolcro; accanto a lei un Angelo consolatore vestito di bianco che accompagna il suo cammino. Inoltre, sul sepolcro oltre alla croce, campeggia una una iscrizione: “Posuit me desolatam”, riprendendo un versetto biblico dal libro delle Lamentazioni: versetti che nell’antica liturgia del Venerdì Santo venivano cantati, e che ancora oggi la liturgia conserva. Inoltre, La Vergine viene ritratta nel momento in cui non è più ritta presso la Croce di suo Figlio.

La Desolata di Canosa si ritrova così sola poiché è ritratta nell’istante in cui i pochi che erano con lei sono andati via, rinchiusi in casa per paura dei Giudei come ci ricorda l’evangelista Giovanni.

A questa storica processione del Sabato Santo canosino partecipano anche molti bambini vestiti da Angioletti, ognuno dei quali ha tra le mani un simbolo della Passione di Cristo come la corona di spine, le fruste, i dadi, la tenaglia, i chiodi.

L’elemento più suggestivo che contraddistingue da sempre questa Processione è rappresentato dal coro composto quest’anno 440 donne vestite di nero, che sono state dirette ininterrottamente da oltre 50 anni dal Maestro Mimmo Masotina, ora dal figlio Ezio, che cantano l’Inno della Desolata, esprimendo all’unisono il loro dolore e il loro cordoglio accompagnate dalle musiche della Banda di Canosa.

Impenetrabili allo sguardo di chiunque, si tengono strette l’una all’altra lungo il tragitto della processione, dando il massimo nel canto straziante e lacerante.

Non conta la loro identità ma la loro partecipazione intensa , tutte accomunate dal dolore universale al quale ogni madre terrena si unisce a quello di Maria. Dolore e desolazione prendono il sopravvento ma quell’Angelo consolatore sta a simboleggiare la imminente Resurrezione di Cristo.

Il “miracolo per eccellenza” avverrà a breve e la gioia prenderà il posto della rabbia e della sofferenza.

La Processione della Desolata attraverso la preghiera, la devozione e la fede unisce più generazioni di canosini e non, in un rito davvero unico, reso molto suggestivo dall’inno tra i più ascoltati durante la Settimana Santa pugliese.

La bellezza spirituale ritrovata passa anche attraverso il restauro del simulacro che è stato eseguito nel 2018 a causa dello stato precario di conservazione e del tarlo che danneggiava lo stesso sia all’interno che all’esterno.

Il restauro è avvenuto a opera dello studio d’arte e di restauro “Jaccarino e Zingaro” di Andria con l’approvazione della Sovraintendenza delle Belle Arti di Foggia e della provincia Bat che grazie alle tecniche più aggiornate e alla sua sensibilità e professionalità ha riportato il simulacro della Madonna all’originaria immagine di bellezza.

Il restauro ha riportato alla luce il volto giovane, semplice ma anche desolato della Vergine Maria consapevole del fatto che qualcosa dovrà accadere. Il ritorno alla bellezza originaria porta a considerare la specificità della devozione e del culto alla Vergine Desolata, contemplando il suo viso, scevro da aggiunte e orpelli vari. Il suo volto, ora, è semplice, ma anche Desolato nel dolore e consapevole che il sepolcro a Lei vicino non è l’ultima Parola di Dio.

Giovane, perché la vergine è da sempre l’Immacolata Concezione, che dona al suo viso freschezza e purezza.

La Processione della Desolata partirà dalla Chiesa dei Santi Francesco e Biagio alle ore 09.00 di sabato 20 aprile 2019 e percorrerà le seguenti vie cittadine:

Piazza Martiri XXXIII Maggio, corso Gramsci, via Diomede, via E. Fieramosca, piazza Fieramosca, via A.Milano, via Boccaccio, via Libertà, via Orazio, via Sabina, via Diomede, via Trieste e Trento, via Mazzini, via Oberdan, via Puglia, piazza Vittorio Veneto, via Bovio, via A.Doria, via Marconi, via Massimiliano, via S.Lucia, via Caprera, via Corsica, via Kennedy, biforcazione con via A.Saffi, via Kennedy, piazza Vittorio Veneto, corso San Sabino, piazza della Repubblica.

Inoltre, a conclusione della processione, ci sarà il saluto si S.E.R Mons. Luigi Mansi, Vescovo di Andria.

venerdì 19 Aprile 2019

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