Cronaca

Canile, LNDC contro il Comune: “Situazione paradossale”

La Redazione
canile
"Il Comune non si è mai minimamente preoccupato delle sorti degli animali di sua proprietà né tanto meno delle loro cure o del loro mantenimento, eppure oggi paventa possibili richieste di risarcimento"
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Da anni la Sezione locale di LNDC opera sul territorio nell’assenza pressoché totale delle istituzioni preposte e quindi spesso sostituendosi ad esse per le attività di prevenzione del randagismo e la tutela degli animali vaganti e randagi. Negli ultimi tempi, dicono i volontari, avevano anche avuto un’autorizzazione verbale da parte del vicesindaco per utilizzare i locali dell’ex canile sanitario ormai in disuso da anni viste le numerose emergenze e l’inesistenza di un’altra struttura dove poter custodire gli animali recuperati sul territorio.

La Presidente della Sezione LNDC di Canosa ha iniziato quindi a inviare al Sindaco dei resoconti settimanali di tutte le attività svolte all’interno della struttura e sul territorio, al fine di documentare gli sforzi compiuti dai volontari. “Tutte le attività, ovviamente, sono sempre state svolte senza un minimo contributo da parte dell’Amministrazione ma solo contando sulle risorse degli attivisti e sulle donazioni dei loro sostenitori – si legge nel comunicato LnDC – Di tutta risposta, LNDC si è vista intimare lo sgombero del canile e, addirittura, un possibile addebito di danni e consumi da parte del primo cittadino. In tutto ciò, il vicesindaco ha negato di aver mai autorizzato l’uso della struttura sostenendo che i volontari avrebbero travisato le sue parole.”

Oltre che incredibile, questa situazione è assolutamente paradossale”, afferma Piera Rosati – Presidente nazionale LNDC. “Alla già fitta corrispondenza tra la Sezione locale e il Comune di Canosa, si sono aggiunte anche due mie lettere in cui chiedevo al Sindaco una maggiore operatività a sostegno del lavoro infaticabile dei volontari. Tutte queste comunicazioni sono cadute nel vuoto e non hanno ricevuto risposta. Nel frattempo i nostri attivisti sono andati avanti in quella che è l’unica mission della nostra associazione: tutelare gli animali e trovare per loro una sistemazione adeguata in famiglia, grazie anche alla rete nazionale delle nostre Sezioni. In tutto questo il Comune non si è mai minimamente preoccupato delle sorti degli animali di sua proprietà né tanto meno delle loro cure o del loro mantenimento, eppure oggi paventa possibili richieste di risarcimento. Oltre al danno la beffa. Ho già dato mandato al nostro ufficio legale di occuparsi di questa situazione per difendere il lavoro svolto dai nostri instancabili attivisti e il benessere degli animali”.

Abbiamo appreso, infatti, che il Comune di Canosa ha disposto il trasferimento dei cani presso una struttura fuori regione. Forse il Sindaco non sa che la Legge Regionale 12/1995 e successive modifiche, che vieta categoricamente di spostare i cani al di fuori non solo della Regione Puglia ma addirittura dalla ASL di appartenenza del Comune a cui sono intestati”, continua Rosati. “Sappiamo però che alcuni cani furono già spostati lì nel 2014 e vogliamo sapere se qualche incaricato comunale si è mai interessato di verificare il loro stato di salute o di promuoverne l’adozione. È singolare che il Comune abbia finora preferito spendere soldi pubblici per mantenere degli animali presso strutture poste fuori Regione – andando anche contro la legge – anziché investire per realizzare un rifugio locale dove garantire il benessere e le adozioni tramite i volontari.”

giovedì 5 Luglio 2018

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