Cronaca

Omicidio Nora, Cassazione conferma assoluzione per i due imputati

La Redazione
Lakbira El Havy
Confermata la sentenza di secondo grado per il fasanese Giuseppe Lapadula e il martinese Pietro Lamarra
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Lakbira El Havy, detta «Nora», fu uccisa da un colpo di pistola al volto nella notte tra il 29 e il 30 aprile 2011 nella sua abitazione in via Sen. Vito Rosa a Canosa di Puglia. Dopo circa sei anni e mezzo dall’accaduto la Cassazione ha confermato l’assoluzione ottenuta in secondo grado dal fasanese Giuseppe Lapadula e dal martinese Pietro Lamarra.

Ricostruiamo la vicenda:

Inizialmente fu accusato il suo compagno di Nora, Cosimo Damiano Pastore, che fu tuttavia scarcerato dopo la visione delle immagini di una telecamera privata che confermava la versione dell’uomo, cioè che ad agire quella notte erano state due persone. Secondo la Procura di Trani fu Pasquale Di Nunno ad assoldare Lamarra e Lapadula per eliminare Pastore, che Di Nunno avrebbe ritenuto l’autore di una rapina di 126 mila euro da lui subita nel febbraio 2011. Di Nunno morì poco prima della sentenza di primo grado, che vide le condanne rispettivamente a 30 anni di reclusione per Giuseppe Lapadula e a 28 anni per Pietro Lamarra. Nell’aprile 2016 la Corte d’Appello di Bari ha assolto gli imputati, ribaltando il verdetto di primo grado e ritenendo inattendibili le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Felice Mongelli. La Cassazione ha confermato la sentenza.

Nicola Dello Russo, che era ritenuto l’organizzatore dell’omicidio e il fornitore delle armi, scelse il rito abbreviato e fu condannato in primo grado e assolto in appello.

lunedì 2 Ottobre 2017

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