Cronaca

Scontro frontale tra due treni in Salento, ritorna la paura a quasi un anno dal 12 luglio

La Redazione
Scontro frontale tra due treni in Salento
Ancora uno scontro frontale tra due treni in Puglia con alla base un errore umano e un binario unico
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Ancora uno scontro frontale tra due treni in Puglia con alla base un errore umano e un binario unico: è passato poco meno di una anno dal 12 luglio 2016, quando il disastro ferroviario tra Andria e Corato causò 23 morti e 50 feriti nell’incidente della Ferrotramviaria.

Ieri, invece, lo scontro si è verificato tra San Donato di Lecce e la frazione di Galugnano e ha riguardato due convogli delle Ferrovie del Sud Est, società recentemente acquisita da Ferrovie dello Stato. Il bilancio dello scontro è di 10 contusi e 5 feriti, tra cui un macchinista.

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è in costante contatto con l’amministratore delegato delle Ferrovie Sud-Est, Andrea Mentasti, che ha mandato sul posto i suoi collaboratori per accertare quanto accaduto.

I soccorritori del 118 della ASL di Lecce hanno raggiunto immediatamente il luogo dell’incidente con tre autoambulanze e due automediche, medicando sul posto i feriti che presentano contusioni ed escoriazioni.

Il personale medico sta valutando lo stato di salute di tutte le persone coinvolte per verificare se siano necessari ricoveri ospedalieri.

Nel frattempo, sono giunte le prime reazioni politiche: i consiglieri del Movimento 5 Stelle, tra cui l’andriese Grazia Di Bari, hanno chiesto le dimissioni immediate dell’Assessore ai Trasporti Giannini.

Lo stesso ha ricordato con una nota che con la «programmazione 2007-13 dei Fesr la Regione Puglia stanziò 83 milioni per la sicurezza ferroviaria, in particolare per il montaggio degli SCMT a bordo treno e a terra. Alle Ferrovie del Sud Est furono assegnati 36 milioni che la società ha utilizzato solo in minima parte, non avendo rispettato il termine di scadenza per l’utilizzo dei fondi POR. Le somme sono state quindi implementate fino a circa 60 milioni di euro e riprogrammate con i Fesr 2014-2020 e serviranno a mettere in sicurezza l’intera rete ferroviaria gestita da FSE.

Insieme a questi 60 milioni sono state programmate – sia con fondi europei che statali – le risorse necessarie a mettere in sicurezza l’intera rete ferroviaria pugliese, anche con la soppressione dei passaggi a livello»

Dura anche la presa di posizione del Presidente Emiliano sul mancato potere di controllo attribuito alle Regioni su questo tema delicato: «Lo scandalo delle Ferrovie Sud-Est i cui sviluppi giudiziari mi auguro possano accertare le responsabilità dei tanti che hanno spolpato una società della quale è stato azionista unico per decenni il Governo della Repubblica italiana, ha oggi contribuito oggettivamente alla mancata realizzazione, anche su quel tratto ferroviario, di sistemi di sicurezza per i quali la Regione Puglia aveva già messo a disposizione delle Ferrovie Sud-Est il denaro necessario.

Su questa questione chiedo che la Procura della Repubblica di Lecce indaghi sino in fondo perché non possiamo accettare che il Salento in particolare e la Puglia in generale rimangano strette in una morsa nella quale le difficoltà della mobilità incidono non solo sullo sviluppo del territorio ma anche sulla sicurezza dei cittadini.

Solo un miracolo oggi non ci consegna un bilancio grave e inaccettabile come quello del 12 luglio dell’anno scorso.

Anche in quel caso la Regione Puglia aveva totalmente finanziato lavori di messa in sicurezza che avrebbero potuto evitare un bilancio così grave.

La mia vicinanza e il mio pensiero in questo momento va ai passeggeri ed al personale di bordo delle Ferrovie Sud-Est oggi di proprietà dello Stato e gestita dal gruppo Ferrovie dello Stato Italiano, che hanno subito l’incidente e patito lesioni.

Dobbiamo registrare ancora una volta che le complesse vicende economiche, in questo caso di natura fallimentare e pre fallimentare, sono venute prima della sicurezza dei viaggiatori e del personale di bordo.

In una normale situazione di dissesto aziendale può essere normale sospendere i pagamenti ad un fornitore, ma se quest’ultimo sta realizzando su una linea ferroviaria un lavoro di messa in sicurezza questa sospensione non può essere accettata ed a nulla vale in compenso il limite di velocità di 50 km orari imposto solo di recente dall’Agenzia nazionale per la Sicurezza ferroviaria.

È assurdo che le Regioni italiane non abbiano alcun potere di vigilare ed eventualmente bloccare quelle linee ferroviarie che non risultino assolutamente sicure.

Neanche la attribuzione all’ANSF della competenza sulla sicurezza delle linee ferroviarie regionali, ha risolto questo drammatico problema. Le Regioni purtroppo ancora non hanno per legge organi tecnici idonei alla vigilanza delle linee e poteri di sospensione dell’esercizio in tutti i casi di mancanza di adeguate garanzie di sicurezza.

Accentrare questi poteri e queste facoltà solo in capo ad organi statali centrali crea un ingorgo di pratiche e di verifiche che non contribuisce adeguatamente alla massima sicurezza del trasporto ferroviario regionale nonostante che il danaro necessario agli adeguamenti sia quasi esclusivamente di provenienza regionale».

mercoledì 14 Giugno 2017

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