Viaggiare per i borghi alla scoperta di aneddoti, storia e tradizioni culinarie. Questo il filo conduttore delle puntate in onda sul canale youtube “Mordi e Fuggi” gestito da Pasquale Coletti. Il food blogger, originario di Spinazzola, viaggia in compagnia del suo collega Pasquale De Felice e unisce l’utile al dilettevole, la promozione del territorio a un piatto tipico, la scoperta di luoghi suggestivi a un calice di vino. La ricchezza artistica e il buon cibo di Canosa lo hanno incuriosito e ha deciso di dedicare alla nostra città un’intera puntata. Nelle scorse settimane le riprese all’interno dei siti archeologici e del Museo dei Vescovi. Il 17 luglio invece è previsto il lancio della puntata su youtube e sui social network. Nel frattempo abbiamo parlato con Pasquale Coletti per comprendere meglio il progetto e le motivazioni che l’hanno spinto a trascorrere dei giorni a Canosa.
“Il progetto “Mordi e Fuggi” è nato due anni fa per puro caso, dopo una chiacchierata tra amici sul cibo italiano – ci spiega Coletti -. Essendo già videomaker e all’epoca anche youtuber, decisi di aprire questo programma. All’inizio era un gioco, ma da circa 2-3 mesi si sta trasformando in un vero e proprio lavoro. Tutto è nato grazie alla mia passione per il cibo italiano ed è cresciuto grazie a tutti coloro che mi seguono; senza i fan non sarebbe stato possibile realizzare questo progetto”.
Senza dubbio interessante l’idea di registrare una puntata della nuova edizione a Canosa, che tramanda gelosamente le sue tradizioni. “L’idea di girare un episodio a Canosa è nato dalle numerose testimonianze di amici che mi hanno descritto la città come una “piccola Roma”, stimolando la mia curiosità – ha spiegato Coletti -. In effetti Canosa di Puglia non mi ha smentito, un vero gioiello della Puglia che riesce ad abbracciare storia e tradizione culinaria, una città che consiglio a tutti gli amanti del cibo ma soprattutto dell’archeologia. Devo ringraziare le persone che ci hanno accolto: i ristoratori, la Fondazione Archeologica Canosina, Giuseppe Ricchizzi e Ilenia Pontino, il Museo dei Vescovi. Quello che ci auguriamo è che tutto il nostro lavoro possa dar lustro a questa bella realtà.”